La cattiva alimentazione è direttamente responsabile di una morte su cinque nel mondo: consumiamo, infatti, quantità eccessive di zucchero, sale e carne, mentre cereali integrali, frutta, frutta a guscio e semi sono ancora troppo poco presenti sulle nostre tavole. L’Onu stima che quasi un miliardo di persone a livello globale soffra di malnutrizione, mentre due miliardi sono “sovralimentate”. Uno studio sui regimi alimentari pubblicato da Lancet mostra che in quasi tutti i 195 Paesi del mondo analizzati si consumano quantità eccessive dei cibi sbagliati e quantità troppo ridotte di cibi benefici per la salute. Il consumo medio di bevande zuccherate, ad esempio, è 10 volte superiore a quello raccomandato, e quello di sodio è dell’86% più alto di quello ritenuto non rischioso. Lo studio ha esaminato i trend legati a dieta e malattie tra 1990 e 2017. Degli 11 milioni di decessi attribuiti alla cattiva alimentazione, la gran parte è dovuta a malattie cardiovascolari, spesso causate o aggravate dall’obesità. “Questo studio conferma ciò che molti hanno pensato per anni: la dieta inadeguata è responsabile di un numero di decessi più alto di qualsiasi altro fattore di rischio“, ha spiegato Christopher Murray, autore del rapporto e direttore dell’Institute for Health Metrics and Evaluation dell’università di Washington. “La nostra valutazione suggerisce che i maggiori fattori di rischio alimentari siano alta assunzione di sodio o bassa assunzione di cibi sani“, ha aggiunto. Già a gennaio un gruppo di ricercatori aveva chiesto una drastica modifica del modo in cui gli abitanti del mondo si nutrono.
Il rapporto EAT-Lancet invitava a dimezzare il consumo di carne rossa e zucchero, raddoppiando quello di verdura, frutta, frutta a guscio e semi, con l’obiettivo di contrastare l’epidemia di obesità mondiale ed evitare il cambiamento climatico. Anche le diseguaglianze economiche – come sottolineano gli autori dello aggiungono – rappresentano un fattore nelle cattive scelte alimentari di molti Paesi. In media, nelle nazioni ricche consumare ogni giorno le cinque porzioni di frutta e verdura consigliate dai medici costa solo il 2% del reddito familiare, mentre costa più della metà nei Paesi poveri.